La Gatta, una favola moderna .....

LA GATTA, UNA FAVOLA MODERNA


La Gatta vi dà il benvenuto....

La Gatta potrà essere la vostra amica virtuale nei giorni di pioggia, nei momenti di solitudine...

La Gatta proverà a farvi sorridere con le sue stranezze, con le sue piccole follie...


Potete comunicare con la Gatta, inviando mail a: lagattabybarbara@gmail.com

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Buona lettura :)



martedì 4 ottobre 2011

La Gatta © by Barbara Giorgi - 7 capitolo


7.  ROSE   BACCARAT.…


Gli “appuntamenti al buio” sono sempre un dilemma, perché ovviamente non sai mai chi può capitarti davanti: quello biondo-bello-stupido che si controlla il bicipite ogni due secondi e lo accarezza pure con profonda auto-ammirazione, quello che parla ininterrottamente delle doti culinarie della mamma che fa le lasagne come nessuno mai ha saputo e saprà fare su tutto il globo terrestre, quello distratto che controlla incessantemente se ci sono sms o messaggi vocali nella segreteria telefonica, quello della serie “polizia scientifica” che ti fissa e analizza ogni tuo neo, capello, sospiro, gesto, parola e ti fa sentire a disagio come un’infiltrata a un matrimonio. E poi c’è quello – meraviglia del creato – che parla solo di calcio perché la sua massa cerebrale si è fusa completamente ed è diventata un pallone di plastica. E crede pure con serena convinzione che a te possa interessare nel dettaglio ogni “azione“ dell’ultima partita della sua amatissima squadra, con eventuali virate dialettiche verso altri sport interessanti, dal nuoto sincronizzato alla gara di corsa dei conigli nani….
Quando il buon Dio creò l’homme lo fece completo: solo che la completezza si ha quando ne raduniamo un centinaio e più tutti insieme… allora qualcosa di buono può anche saltar fuori! Ovviamente, c’è l’eccezione: quella in cui spera ciascuna di noi. Il bravo ragazzo, con aria un po’ disgraziata da artista incompreso, bello quel tanto che basta per farci sospirare ogni tanto, dotato di due caratteristiche tassativamente irrinunciabili (per noi): intelligenza e simpatia. Questo modello di uomo è fabbricato ogni milione di esemplari, per cui è un po’ difficile da individuare, ma qualche fortunata ragazza ci riesce.
E’ come giocare al lotto: bisogna provare, con moderazione però. La ragazza intelligente non va a caccia “a tappeto”, non spara cartucce a chiunque in modo sconsiderato: la ragazza intelligente (e furba) studia sempre la preda, le sue caratteristiche naturali, i suoi movimenti, senza farsene accorgere, come una cacciatrice esperta nella savana. E all’occorrenza… agisce. Non spreca fiato, sudore, tempo, in modo inutile. E se poi dopo la cattura, la preda si rivela una delusione…. pazienza (fino ad un certo punto). La ragazza tosta ricomincia, senza perdere la speranza: l’amore può sempre essere nascosto nel prossimo incontro. Nel frattempo, mai abbattersi o avvilirsi, mai dimenticare le proprie potenzialità, mai andare in giro come una sciatta rappresentate del mondo femminile: anzi! E’ qui che il tacco dodici deve necessariamente supportare l’ego!

Tutto questo la Gatta lo sa bene. Potrebbe tenere lezioni in merito all’argomento: una coach dell’appuntamento… Quello della Gatta però non è proprio un “appuntamento al buio”, perché lei – anche se solo vagamente – ricorda quel tipo, il “Duca”. Ma questo ricordo è in verità molto confuso nella sua memoria. No, non aveva bevuto alcolici, non ne beve mai. Ma  la prima volta, alla festa, l’aveva visto da lontano. Chissà dunque che tipo sarà…
Comunque, inutile continuare a riflettere, ora si deve passare all’azione: parcheggio (non sono ammesse risatine sarcastiche.…), falcata veloce verso il bar, per poi rallentare improvvisamente,  nel tragitto finale in stretta prossimità dell’ingresso. Calma. Savoir faire…
La Gatta entra, si guarda intorno, ma non vede figure maschili che potrebbero essere ricondotte al “Duca”. Seduti ai vari tavolini, ci sono due amici che ridono come matti, c’è una coppia di ragazzini (tubano come colombi innamorati), c’è un  anziano signore che sorseggia il suo caffè mentre legge con attenzione un quotidiano attraverso un paio di occhiali di tartaruga. Al bancone tre ragazze firmatissime, molto fiere del loro look metropolitano, ordinano croissants e cappuccino.
La Gatta si siede ad un tavolino accanto alla grande vetrata con vista sulla piazza: su un sasso bianco  levigato, appoggiato sopra il piano, c’è inciso il numero del tavolo.  Numero tredici: “Iniziamo bene… il tredici porta fortuna…è un segno del destino: andrà tutto in modo perfetto!”.
Un sospirone e il suo sguardo saetta al di fuori della parete di vetro, si perde nella piazza dove le persone camminano svelte come formiche indaffarate. Colori di vestiti, colori di palazzi, colore del cielo: la Gatta si tuffa in quella tavolozza di colori e si assenta dal mondo, dal bar, dal tavolino,  dal sasso e dal numero tredici, perdendosi in un vuoto di pensieri…
“Salve bella signorina sola… cosa posso portarle?” Il tipo con la camicia bianca e cravattino nero interrompe le sue poetiche assenze terrene. Cosa ha detto? “bella-signorina-sola”….?
Il sistema cerebrale, molto speedy, della Gatta analizza subito i termini: bella  e sola! Questo ci prova: perché sennò sottolineare questi due aspetti? Verrebbe da dire “gatta ci cova”, ma qui a covare è piuttosto il cameriere….
“La bella signorina non è sola…cioè è sola limitatamente a questo momento…perché sta aspettando il suo fidanzato” e con una cascata impetuosa di parole continua “E il fidanzato sta arrivando! Per ora non ordino, grazie!”
Eh? Cosa le salta in mente? Ma cosa sta dicendo? Da notare che sta parlando in terza persona come per prendere le distanze da tutte le assurdità che le escono di bocca…
“Scusi…." bisbiglia il ragazzo in cravattino, mentre si allontana stupito di tanta aggressività verbale.
La Gatta ritorna ad osservare la vetrata, le persone-formiche, la tavolozza di colori. Si immerge ancora nei suoi pensieri-non pensieri e … sbadiglia. Magari un caffè ora ci vorrebbe. No, meglio aspettare.
E la Gatta aspetta. Trascorrono dieci minuti. Poi altri dieci. La Gatta guarda l’orologio a catena appeso ai suoi jeans, a forma di cuore con brillantini. Infantile, ma carino. E l’orologio comunica che ora, considerando il momento del suo ingresso nel bar, sono passati trenta minuti, cioè mezz’ora, cioè un’esagerazione di secondi. Ma lei continua ad aspettare. Decide di ordinare un caffè. Il cameriere di prima prende l’ordine senza fiatare e in pochi secondi arriva la sua bella tazzina. La Gatta beve, mentre  si rende conto che una certa rabbia sta percorrendo le sue vene, le sue arterie, tutti i suoi nervi …. La caffeina non c’entra: l’effetto scarica elettrica è dato dalla “buca” dell’appuntamento. Si alza improvvisamente. Ora sono trascorsi tre quarti d’ora! Un’eternità! Mentre paga il caffè, cercando di comprimere le esplosioni che vagano per il suo corpo, nel bar entra una ragazzetta bionda con le trecce infiocchettate, un viso di efelidi, naso a patata e una divisa di cotone a righine rosa. La ragazzetta ha in mano un mazzo di rose, con gambo lungo, color  rosso sangue. Rose baccarat. La ragazzetta urla: “C’è una certa signorina.… mah… detta Gatta?” La nostra amica si gira di colpo e osserva quella tipetta da cartone animato. “Sono io!” taglia corto. La ragazzetta le consegna velocemente il mazzo di rose e se ne torna nel mondo dei cartoni animati da dove probabilmente è uscita per sbaglio.
C’è un biglietto appuntato sulla carta che avvolge le rose: “Sorry. Mi farò vivo presto. Perdonami. Duca."
La reazione più umana e comprensibile potrebbe essere quella di lasciare le rose nel bar, magari gettandole  con gesto plateale dentro un cestino dell’immondizia. Ma la Gatta incrocia la sguardo ironico del cameriere che, ovviamente, sta attendendo di consumare la sua vendetta. No! Questa soddisfazione non può dargliela. Quindi  annusa le rose con calma, sorride ai fiori con beata serenità ed infine ricambia lo sguardo del ragazzo con sicurezza… “pupilla nella pupilla”… come nonna ha insegnato. Ed esce da quel luogo di tortura, da quel girone dell’inferno dove si augura di non mettere mai più piede.
Appena salita in macchina, scrive un sms: “Help! Venite a casa mia! Ora, subito!”
E invia al nome “Luna”. Ma la richiesta di aiuto è al plurale: coinvolge sia Luna che Orchidea, entrambe, come sempre.
Luna e Orchidea: le sue ancore di salvezza. Le due amiche del cuore, dell’anima, delle crisi e delle felicità immense. Le due pazzerelle senza le quali la Gatta non sarebbe la Gatta….