4. L’EREDITA’ DELLA
NONNA
Chiavi in mano, cellulare in
tasca, presi i fazzoletti di carta, spenta la macchinetta del caffè… ok….
La Gatta è già in macchina e
sta per partire: “Il ferro da stiro? Ho staccato il ferro da stiro? Ecco, come
al solito non mi ricordo…. E l’ho pure stirata male sta’ maglietta….Torno
indietro? No. Facciamo che l’ho staccato, mica sono stupida…. “. La Gatta
scende dalla quattro ruote bicolore nera-bianca con adesivi di farfalle sulle
fasce laterali e si precipita in casa. Soliti neuroni in disaccordo. Il ferro
da stiro è staccato: si riparte. Rewind.
Uscita dall’Eden di edera e
magnolie, eccola immersa nei fumi del traffico, con scooters che le tagliano la
strada in diagonale, guidati da esseri con caschi allucinanti: “ma guarda
questo con il casco che ha pure le orecchie da coniglio!” pensa, un po’
invidiosa di quegli adolescenti folli e felici. Anche lei è stata adolescente.
Forse… perché in verità le sembra di esserlo ora. Oppure lo è sempre stata: è
nata proprio così. A due anni era già adolescente. Questo se vogliamo
considerare l’adolescenza quella meravigliosa condizione di inadeguatezza che
ci fa sentire sospesi tra mondi diversi senza poter o dover decidere dove
stare. Allora sì. Lei ha il sacrosanto diritto di sentirsi un’eterna
adolescente. Per lei, è un diritto acquisito con la nascita.
Ora è arrivata a destinazione.
Parcheggio sicuro, grazie all’auto fatta apposta per chi non sa parcheggiare. E
lei, certamente, spudoratamente, non sa parcheggiare. Guida come una sciatrice
olimpionica tra gli ostacoli, con armoniche virate e frenate da manuale, ma non
sa parcheggiare. Troppa fatica. Come si fa ad andare in retromarcia tra due
auto, calcolando la curva dello sterzo, per posizionarla dentro come un
hamburger tra due fette di pane? Assurdo. E un essere umano deve sprecare
preziosi minuti della propria vita per fare una cosa simile? E pure faticando?
Ma non esiste proprio. Allora meglio avere un’auto fatta a scatoletta che lasci
lì, ovunque, anche messa un po’ di traverso, perché sembra non dar fastidio a
nessuno, mentre dice “scusate se esisto”.
La Gatta fruga nella sua borsa mignon
(meglio non dire la marca….), prende le
chiavi e apre una porta cigolante
ridipinta di bianco pochi mesi fa. Porta dipinta, ma cerniere arrugginite.
Percorre l’ingresso buio di quel palazzotto centro città (non trova mai
l’interruttore della luce) e arriva davanti al suo
studio-laboratorio-pensatoio…. cioè il suo posto di lavoro, creato proprio da
lei, qualche anno fa.
Morta la nonna paterna,
nobildonna decaduta, la Gatta si è ritrovata un piccolo patrimonio fatto di una
mansarda (quella di cui abbiamo già parlato) e questo fondo fatiscente nel
centro storico. A questi si sono aggiunti i soldini di un conto corrente: che
farci?
La Gatta ha la sua bella
laurea, esattamente in antropologia: ma, diciamolo francamente, a cosa può
servire un vecchio fondo per l’attività di un antropologo? L’antropologo
viaggia e studia siti antichi: lei lo ha fatto per due anni. Poi, stanca di
vivere in tenda, sotto il sole del deserto, in mezzo a sabbia, scalpelli e vasi antichi…. ha deciso di indirizzare la sua voglia di
“scoperte” altrove.
Ma torniamo all’eredità: lei ci
ha pensato su circa sette-otto notti di fila, cambiando sistematicamente idea
ogni notte. Ha fatto bilanci accurati di previsione per ogni ipotetica attività
da creare: un negozio di scarpe (le adora), un piccolo disco-pub (adora anche la
musica), una libreria (certo, adora anche i libri) e poi ….un’edicola, un negozio di giocattoli, una tabaccheria
(no, la tabaccheria l’ha eliminata subito perché il fumo fa male) e pure un
negozio di caramelle, quelle vendute a peso, conservate dentro quei contenitori
trasparenti con il cucchiaione per prelevarle e metterle negli appositi
sacchettini. Finita la prima cernita, ha
ricominciato daccapo con altre ipotesi e bilanci, per altri dieci giorni. Diciamo
che dopo un mese ha deciso. Caspita! Prima di iniziare un’attività, una persona
ci dovrà pure pensare per bene! E al termine di tutte queste elucubrazioni
mentali, la Gatta ha preso la sua decisione: “cosa amo fare di più?” si è
chiesta. E, come qualcuno dice in tv…. si è pure data una risposta: ”creare… con
arte”. E così è nato il suo laboratorio di idee: da quel piccolo mondo escono
disegni di abiti, gioielli (finti), piccoli elementi di arredo. Poi, abili
artigiani trasformano queste idee in
oggetti che la nostra Gatta rivende un
po’ ovunque, dove capita, dalle boutiques della sua città, ai mercatini dei
sobborghi di Parigi.
Ecco fatto, un altro tassello
della vita della nostra amica è stato aggiunto. Così ora sapete qualcosa in più
di lei. E sapere che la Gatta è un’artista, una “creatrice”, non è notizia da poco…