La Gatta, una favola moderna .....

LA GATTA, UNA FAVOLA MODERNA


La Gatta vi dà il benvenuto....

La Gatta potrà essere la vostra amica virtuale nei giorni di pioggia, nei momenti di solitudine...

La Gatta proverà a farvi sorridere con le sue stranezze, con le sue piccole follie...


Potete comunicare con la Gatta, inviando mail a: lagattabybarbara@gmail.com

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Buona lettura :)



martedì 15 novembre 2011

La Gatta © by Barbara Giorgi - 14 capitolo

14. LA  REGINA  MADRE


Theta Centauri, Alpha Centauri. Pensare all’universo ci aiuta a sognare, ci aiuta a credere in qualcosa di esistente al di fuori e al di sopra di noi. Mica può finire e risolversi tutto qui, su questa palletta neppure perfettamente sferica! Come potremmo pensare, anche solo per un attimo, di esistere solo noi? Del resto, se Dio si è dato la pena di creare tutto quello sfavillio di  stelle e pianeti…. significherà pure qualcosa!
Quindi, continuiamo a sognare pensando al cielo: lì, da qualche parte,  potrebbe trovarsi la casa di una specie aliena. Oppure, lì potrebbero trovarsi i cosiddetti “mondi paralleli” dove girovagano spiriti e spiritelli.

Al mattino, la sveglia suona alle sette e la Gatta apre solo un occhio. L’altro lo tiene chiuso e schiacciato sul cuscino (è così doloroso separarsene…). Fa mente locale sui sogni della notte per il suo quotidiano rito di auto-analisi, ma ricorda solo la nonna e un gatto nero con occhi di giada. Allora decide di alzarsi e di affrontare la giornata.
Doccia, colazione, trucco e parrucco. Appena chiusa nel mini abitacolo dell’auto, costellato di adesivi e con pupazzi attaccati un po’ ovunque, le viene in mente di telefonare a Luna: deve riconsegnare borsa e collana della Regina Madre, gli stessi oggetti che ha preso in prestito per andare dal Genio Leo, stilista red-carpet. Sono lì sul sedile accanto: vuole liberarsene prima di andare nel suo studio-laboratorio. Forse anche perché ha voglia di vedere le amiche, per iniziare meglio la giornata.
“Hello Luna! Devo passare da voi. Vengo per restituire borsa e collana, restauratissimi, alla Regina Madre.” La Gatta riesce a dire questa frase,  ma la telefonata cessa subito. Poche tacche sul cellulare.
“Ciao amo. Vn sub. Tvtb” e Luna compone un sms veloce, esplicito, chiarissimo che giunge a destinazione.

Il palazzo dove abitano le amiche della Gatta - le amorevoli sorelle Luna e Dea - si trova a pochi passi dal centro città, in una grande pineta. Ci sono altre costruzioni, tutte di pochi piani, moderne, con facciate di marmo e vetro: questa è una zona residenziale molto ambita. Del resto, dove potrebbe abitare una Regina Madre? Il palazzo è dotato di una grande piscina condominiale: al piano attico ci sono due appartamenti uguali, speculari, uno di fronte all’altro. In uno viveva la Gatta da bambina, con i suoi genitori (è ancora di sua proprietà, ma inutilizzato). Nell’altro abitano la Regina Madre e le sue due figlie. Il padre non c’è più da anni. No! Non è deceduto per l’impegno profuso nel sopportare moglie e figlie: è semplicemente andato a vivere a Cuba con una ventenne e qui ha aperto una rivendita di sigari e rum. E tutto questo con la benedizione della Regina Madre, che con il divorzio ha ottenuto l’attico, una villa al mare e una in montagna, una discreta rendita e un negozio di gioielli antichi. Le figlie lo vanno a trovare ogni tanto, quando l’amor filiale si fa sentire un po’ di più (per esempio a Natale, quando c’è “clima da regalo”).

Ogni volta che la Gatta arriva nelle vicinanze del palazzo in questione, il respiro si fa più accelerato, frequente, breve. Ma lei conosce perfettamente il perché di questa “difficoltà” respiratoria: con calma, riesce sempre a riprendere il controllo della situazione. I pini le fanno compagnia: tante volte, bambina, ha trascorso ore tra le radici, cercando pinoli con le due amiche. I pinoli venivano posti tra due sassi: un colpo e via…. era pronta la merenda, da mangiare con mani sporche di terra e di aghi di pino.
”La Gatta è qui!” canticchia al citofono, felice di poter vedere le amiche.
“Saliiiii…..” le risponde Dea facendo una voce baritonale….  non si sa perché (mai chiedersi il perché di ciò che fa o dice).
Sul pianerottolo, la Gatta non guarda la porta di casa sua e si catapulta letteralmente dentro l’appartamento della Regina Madre. La porta è aperta: si sente ovunque un profumo di caffè appena fatto.
In sala, la Regina Madre è seduta sul divano barocco di legno dorato con rivestimento in seta avorio:  indossa una vestaglia di raso nero lunga fino ai piedi, con collo e polsi di piume, leggermente ondeggianti ad ogni minimo movimento. Ha unghie lunghe laccate color rosa cipria. Perfette: si vede che non toccano mai una scopa o una pentola. La Regina Madre indossa collane, bracciali e anelli d’oro: sembra il manichino vivente di una gioielleria. E’ perfettamente truccata, senza eccessi (almeno questo….). Beh, non si può dire che sia una donna insulsa o banale: non è bella in senso classico, ma sicuramente è molto affascinante e carismatica. Bionda come le figlie, un po’ eterea, con occhi di ghiaccio che perforano l’anima. Ha i capelli con taglio stile Marilyn, gonfi, cotonati: sembra una diva anni cinquanta.
Quando i due ghiaccioli entrano nei due occhi verde giada della Gatta, capiscono subito che la bimba ha qualcosa che non va. La Regina Madre emette così la sua diagnosi.
“No! - esclama la Gatta - va tutto bene, benissimo, più che bene. La mia vita è una bomba!”
“Sì! A orologeria!” Dea entra nella sala barocca saltellando su tacchi spaventosi di almeno quattordici centimetri. Indossa un abito di due taglie più piccolo e ha la coda di cavallo legata da un grande fiocco di tulle bianco. Sembra un bambina di quattro anni che prova a camminare con le scarpe della mamma. In una mano ha un sacchetto maxi di patatine chips e con l’altra regge un tetrapak con succo di papaya-mango-lime: la sua leggera colazione di ogni mattina.
“Bomba a orologeria? Di cosa state parlando?” la segue Luna, tranquillamente vestita con jeans e maglietta. Però ha una sciarpa di struzzo al collo. L’eccessiva normalità le fa venire la depressione!
“Parliamo di imminenti esplosioni, di fine del mondo, di una catastrofe! Ma tu non puoi capire….” Dea lancia la sua saetta di neuroni contro la sorella.
“Il fiocco di tulle ti blocca la coda e pure il cervello? Ho capito perfettamente che la Gatta ha un problema…. già dal tono di voce della sua telefonata di stamani. Ci risiamo con quel Duca delle rose rosse?” Luna rilancia.
“Buone ragazze! Ora la Gatta ci racconta tutto. Suvvia, occhi verdi, parla….” e la Regina Madre zittisce per un attimo le figlie.
“Beh, intanto ecco qui borsa e collana. A proposito, le ho usate per un appuntamento di lavoro, ma so che avresti approvato” dice la Gatta, rivolgendosi alla Regina Madre, che le sorride dolcemente.
E continua: “No, bambine: non si tratta del Duca! E’ un po’ difficile parlarne. Non è proprio un problema: è un dubbio, un sospetto, qualcosa che mi fa riflettere.”
“Con noi puoi parlare di tutto e di più. Il mio Karma mi sta dicendo che hai un problema emotivo, interiore. Suvvia! Muoio dalla voglia di sapere!” e Dea si toglie le scarpe (come sempre), si sdraia sul divano avorio, posiziona la coda di cavallo sul petto della Regina Madre, dopo aver sistemato patatine e tetrapak sull’enorme e antico Bukhara russo.
“Non c’è bisogno di queste tue precisazioni! La Gatta sa bene di poter parlare con noi di tutto e di più: altrimenti non sarebbe qui, adesso!” Luna vuole avere l’ultima parola prima dello sfogo tanto atteso.
“Okay okay, lo so che mi volete bene e che siete sempre pronte ad ascoltarmi. Dunque….  Ora vi racconto…. Ultimamente ho sognato spesso nonna Ginevra. E fin qui, tutto appare normale. Ma poi, durante il giorno, ho strane sensazioni: è come se sentissi la presenza della nonna in casa. Ad esempio: ieri mi è sembrato di vedere una strana nebbiolina….”
Ma la Gatta deve interrompere il suo racconto perché Dea scoppia in una risata fragorosa: “Nooooo! Non posso crederci! Vuoi dire che il fantasma della nonna girella nella mansarda? Forte! Fichissimo! E’ una cosa da sballo puro!”
“Ma taci un po’ e fai funzionare quella polpetta fritta che hai dentro la scatola cranica!” sbotta Luna.
Dea si fa seria, corruga le sopracciglia e guarda dritta la sorella negli occhi. Un milione di saette le escono dalla polpetta di cui sopra: “Sorellina cara, forse non  hai capito bene! Io credo a ciò che dice la Gatta! E ti dirò di più: se nonna Ginevra passeggia nella mansarda, dobbiamo beccarla sul fatto! Qui ci vuole una bella seduta spiritica come dico io!”.
“Gattina mia, credi davvero che lo spirito della nonna possa trovarsi a casa tua?” la Regina Madre fa terminare il battibecco con decisione.
“Beh…. forse sì, forse no. Ne ho parlato ieri sera con il professor Astrolabio, il condomino cha abita al piano di sotto. Lui è uno scienziato e quindi dovrebbe essere un po’ scettico su questi argomenti. Invece, detto in parole povere, non ha escluso questa possibilità. Sinceramente, l’idea della seduta spiritica, non mi dispiace. Vorrei tanto sapere come sta la nonna, se mi vede, se mi può sentire….” la Gatta sospira, abbassa lo sguardo e finalmente si siede su una poltrona. Si sente privata di tutte le sue forze. Quello sfogo le è costato un bel po’ di energia.
“Se è questo che vuoi, questo sarà! Domandi sera faremo una seduta spiritica a casa tua. Tu devi solo invitare il professor Astrolabio: avere uno scienziato a disposizione, non fa certo male alla salute. Io organizzo tutto il resto: contatto una mia amica d’infanzia che ora fa la maga per l’high society.  La  cara Cesira oggi detta Maga Circe. Bene. Tutto fatto! Domande?” e la Regina Madre sposta la coda di cavallo della figlia (con figlia annessa) e tira il cordoncino di seta del campanello alla sua destra, per chiamare la cameriera.
“Nessuna domanda!” rispondono all’unisono le tre ragazze, un po’ preoccupate all’idea di un incontro con mondi paralleli.
Arriva la cameriera. E’ alta un metro e mezzo, tonda tonda come una sfera di cristallo. Ha capelli grigio argento e indossa una divisa nera con grembiulino di cotone bianco. Tiene in mano un vassoio di porcellana, con tazzine di caffè e croissants: “Madame, à vous….” cinguetta in francese.
La Regina la congeda con un cenno del capo, prende una tazzina di caffè e la porge alla Gatta.
Le loro mani si toccano, si sfiorano: sembra il suggello di un patto, di una promessa….