La Gatta, una favola moderna .....

LA GATTA, UNA FAVOLA MODERNA


La Gatta vi dà il benvenuto....

La Gatta potrà essere la vostra amica virtuale nei giorni di pioggia, nei momenti di solitudine...

La Gatta proverà a farvi sorridere con le sue stranezze, con le sue piccole follie...


Potete comunicare con la Gatta, inviando mail a: lagattabybarbara@gmail.com

L'indice dei singoli Capitoli è nell'Archivio in fondo alla pagina blog.... lì troverete anche i primi Capitoli....

Buona lettura :)



venerdì 4 novembre 2011

La Gatta © by Barbara Giorgi - 13 capitolo


13. IL  PROFESSOR  ASTROLABIO: STELLE, ALIENI E  FANTASMI


Il rosso e il nero della roulette: la metafora di quel bivio in cui ci troviamo spesso durante il trascorrere della nostra vita. Prendere la strada a destra oppure a sinistra? Scegliere l’alternativa “a” oppure la “b”? Dire  sì o dire  no? Reagire  con tutta la nostra adrenalina oppure adagiarsi in diplomatici silenzi? Andare o restare? Amare oppure odiare? Perdonare oppure vendicarsi? Godere del sole oppure  nascondersi nell’ombra? Vivere o sopravvivere? Credere nel dio denaro o nel Dio creatore?
Ma -  anche più semplicemente, umanamente e prosaicamente – bere un caffè oppure un succo d’ananas, comprarsi uno smalto rosso o trasparente, rimanere mora o farsi bionda,  pagare le tasse o fingere di dimenticarsene (ma tanto quelle  sono inevitabili come il virus dell’influenza invernale).
Fino a giungere alla fatidica decisione della Gatta: addentare la fetta di pizza calda e croccante della cena oppure andare a vedere chi sta premendo insistentemente il campanello della porta di casa? Rimanere davanti alla pizza, le permetterebbe di immaginare  un baldo giovane detto Duca e di sognarlo morente d’amore dietro quella porta. Andare a vedere dallo spioncino, le permetterebbe di verificare l’identità del soggetto disturbatore. Che fare? 

Eh già. Le scelte della vita non sono tutte amletiche e sconvolgenti: ci sono anche quelle più banali e quotidiane. Da comuni mortali. Però anche queste scelte possono richiedere impegno e un buon dispendio di attività cerebrale. Nonché una certa dose di pazienza. Il problema è che la Gatta non è dotata di un minimo, infinitesimale briciolo di pazienza.
Con pericolosa e totale assenza di questa dote benedettina,  la Gatta  decide di lasciare la pizza nel piatto e di andare a vedere chi la sta disturbando durante la cena (lei odia la pizza fredda!). E se fosse il famoso Duca? Dovrebbe aprire la porta oppure no?   
Pian piano la Gatta si avvicina all’ingresso, senza emettere un fiato, senza fare il minimo rumore: alza il cerchietto di metallo che copre lo spioncino della porta e guarda attenta dentro quel pezzettino di vetro. Vede un gran cespuglio bianco con ricci diffusi ovunque: potrebbe sembrare della panna montata andata a male, ma lei sa bene a chi appartiene quella capigliatura da Einstein. E non è certo il Duca!
“Professore!” dice, mentre apre la porta, con tono un po’ seccato, ma gentile.
“Oh cara la mia ragazza! Ci sei…. meno male…. ci sei!” risponde una voce proveniente da sotto il cespuglio bianco.
“Certo che ci sono! Questa non è una mia rappresentazione virtuale: sono io in carne ed ossa! E a dire la verità, stavo cenando!  Ma voleva dirmi qualcosa di urgentissimo, inevitabile, improrogabile?”
“Non ho più il sale!” le risponde il professore con un tono da tragedia greca. Sembra disperato. Forse per lui la mancanza di sale nella dispensa è un segno catastrofico del destino! Oppure, più semplicemente, è uno di quegli uomini che cucinano con tre ingredienti base  (sale fino, sale grosso, zucchero), senza i quali esiste solo il digiuno più assoluto. Ad esempio, se manca il sale grosso non si può mettere il sale fino nell’acqua della pasta e se manca lo zucchero non si può fare il caffè. Insomma, checché se ne dica della grandezza degli chefs  maschi, gli uomini in cucina peccano di una totale assenza di fantasia, di una totale assenza di elasticità mentale. E quando cucinano devono avere davanti il foglietto della ricetta, altrimenti sono guai (fossero anche spaghetti al pomodoro).
Il professore in questione risponde perfettamente al modello “uomo-in-cucina-border-line”. Ma lui è giustificabile e giustificato: è un altro di quei Geni che si trovano disseminati lungo il cammino della Gatta. Il professor Astrolabio è un Genio vero:  professore ordinario di astrofisica in pensione (beato lui che la riceve regolarmente!). E questo Genio è il condomino del piano terzo, appartamento ubicato sotto la mansarda. Vive qui da qualche anno: inizialmente, con lui c’era anche la moglie, una tenera signora che sopportava tutte le sue stranezze. Poi la consorte è deceduta (in odore di santità) e lui è rimasto nell’appartamento da solo, circondato da un esercito di gatti, tre pappagalli provenienti dalla foresta amazzonica,  il pitone Orione e qualche telescopio sparso qua e là per casa (ne ha uno enorme puntato perennemente su Theta Centauri, distante dalla terra “solo” sessantuno anni luce). Ha anche un pupazzo di stoffa che rappresenta un alieno: lo tiene sulla poltrona della camera da letto. Gli parla quando si sente particolarmente solo e, soprattutto, quando i tre  pappagalli non lo considerano e tacciono.
Il professor Astrolabio è un anziano e distinto signore, dotato di quel cespuglio bianco  già menzionato, nonché di due occhi tondi e furbi sotto sopracciglia folte, che vivono una vita propria. Ha un naso aquilino su cui sono sempre presenti piccoli occhiali  rettangolari. Il professore ha barba e baffi degni di Babbo Natale: barba, baffi e capelli si fondono in una nuvola candida,  irregolare, un po’ ispida. Non è molto alto e ha una simpatica pancia rotonda, da buongustaio datato e impenitente.

Adesso, il professore sta mettendo da parte tutta la sua dignità di famoso astrofisico, per chiedere umilmente un po’ di sale. Sì, ma sale fino o sale grosso? Bella domanda!
“Che sale si mette dentro l’impasto della pizza? Perché volevo imparare a farlo….” sussurra il professore, temendo di aver detto una stupidaggine.
“Sale fino. Mi sembra più che ovvio! Professore, che domande!” sentenzia la Gatta, tutta contenta di poter porre in difficoltà un ex professore universitario.
Ma vedendo il viso preoccupato e anche un po’ depresso del Genio dell’astrofisica, la Gatta ha un momento di tenerezza da “condomina comprensiva ed empatica” (…. esiste questa specie di essere vivente?).
“Professore, facciamo così: io ho appena scaldato una pizza capricciosa taglia maxi e ho pure aggiunto una confezione di mozzarella di bufala. La portiamo giù da lei e ce la dividiamo. Tanto non mi va di cenare da sola. Che dice?”
Il  professore sgrana i due occhietti tondi: quella ragazza bella, vivace, allegra…. sta chiedendo proprio a lui di condividere una pizza? Nessun pensiero torbido passa per la sua mente: semplicemente, gli fa piacere che un essere umano gli stia chiedendo gentilmente di cenare insieme. In genere, lui cena in compagnia di animali, telescopi e finti alieni.
“Ma grazieeee…. Accetto molto volentieri!” dice Astrolabio con un filo di voce “…. vado subito in casa a preparare la tavola”.
La Gatta pensa: “però, c’è un po’ di differenza tra una cena a suon di mazzi di rose rosse e una cena ambientata in uno zoo!”  Ma il fatto è che le rose rosse le sanno troppo di “fumo negli occhi”.

Davanti alla pizza invasa dalla mozzarella, i due affamati condomini parlano del più e del meno: il tempo, un po’ di politica, i tassi delle banche, il traffico e lo smog. Poi cala un certo silenzio, interrotto improvvisamente da un battibecco dei tre pappagalli, Tolomeo, Copernico e Galileo, tutti di specie Amazzone del Perù, color verde intenso con testa azzurra e gialla. Litigiosi, rumorosi e prepotenti. Galileo continua a ripetere due sillabe: no-na, no-na. La Gatta ascolta attentamente:  nona”  come numero o “nonna”  come parente ascendente in linea retta? E allora esplode in una domanda troppo a lungo trattenuta negli anni: “ma professore, esistono i fantasmi?”
“Ohi ohi! Esistono i fantasmi…. Questa è una domanda più impegnativa della mia …. sul sale!” ridacchia il professore. Ma poi i suoi occhietti incontrano gli occhi verde giada lucidi e dolci. Veri occhi di gatta. E allora torna serio. Si agita un po’ sulla sedia, incrocia le mani sulla pancia rotonda e sospira.
“Sì. Credo che esistano i fantasmi, come credo che esistano gli alieni, le stelle, i pianeti, l’universo e Dio. Forse è strano che un astrofisico dica queste cose, ma io la penso così. Qualcosa di immenso ha creato tutto.”
“Chi sono gli alieni e chi sono i fantasmi?” insiste la Gatta.
“Gli alieni sono tutte le forme di vita non terrestri, sono gli abitanti di altri pianeti, di altri sistemi solari. Mentre i fantasmi sono le anime dei morti. Dunque:  gli alieni sono esseri viventi, mentre i fantasmi sono puro spirito.”
“E…. un puro spirito può comunicare con un terrestre, essere vivente e vivissimo?”
“Altra domanda impegnativa! Comunque, credo di sì. L’importante è che i due esseri riescano a trovare un canale di comunicazione, come quando ricerchi una stazione radio lontana. Basta riuscire a catturare la frequenza giusta. Però non è facile:  è raro che accada.”
Trovare la frequenza giusta. Cosa significa? Se un essere umano parla, un puro spirito può sentire? Viceversa, se un puro spirito comunica qualcosa, un essere umano può percepire il messaggio? Secondo la teoria del professore, ciascuno segue una sua strada, una sua dimensione  luogo-temporale e, occasionalmente, stranamente, fortuitamente, le due strade a volte si incrociano, le due dimensioni si fondono….
Il professore e la Gatta continuano a parlare con entusiasmo: il professore, dopo anni di solitudine e inattività,  ha trovato un’allieva sinceramente interessata ai temi che lui ama, mentre la Gatta ha finalmente incontrato una guida esperta e sapiente, un moderno Virgilio, un anziano docente di vita. Hanno abitato vicino per anni, ma si sono incontrati davvero solo stasera.

E’ notte fonda ormai. L’orologio a cucù dell’antico soggiorno del professore segna l’una. La Gatta saluta e ringrazia, con la promessa di un prossimo incontro, di una prossima chiacchierata. Anche perché deve ancora vedere la stella Theta Centauri con il telescopio gigantesco piazzato davanti alla finestra: ci ha provato, ma non è la notte adatta. Vorrebbe vederla, soprattutto perché il professore le ha spiegato che è la sorellina minore di Alpha Centauri, che purtroppo si può vedere solo nell’emisfero australe. Le ha anche detto che Alpha Centauri è la stella più vicina al sole: è un triplice sistema stellare. E  forse lì ci sono forme di vita aliena….
Con la mente un po’ confusa da fantasmi, alieni e stelle, la Gatta torna nella mansarda. Qui ripensa a quel venticello percepito intorno al viso, a quella piccola  scia color latte vista sparire sotto la porta e, dentro di sé, desidera fortemente che sia stato il passaggio leggero e  veloce di quello spirito.  La nonna con i capelli d’oro. Non sa se credere o meno agli alieni: ma le piace l’idea di credere ai fantasmi.