La Gatta, una favola moderna .....

LA GATTA, UNA FAVOLA MODERNA


La Gatta vi dà il benvenuto....

La Gatta potrà essere la vostra amica virtuale nei giorni di pioggia, nei momenti di solitudine...

La Gatta proverà a farvi sorridere con le sue stranezze, con le sue piccole follie...


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Buona lettura :)



sabato 15 ottobre 2011

La Gatta © by Barbara Giorgi - 10 capitolo


10.  LA  DONNA  SAPIENS   SAPIENS


Dopo approfonditi studi scientifici durati secoli (e iniziati ben prima di Darwin), si è giunti alla seguente e oggi ben nota conclusione: la specie umana (così come qualsiasi altra specie della fruttifera Madre Natura) è stata oggetto di mutazioni  genetiche, verificatesi nell’arco di milioni di anni. La famiglia degli ominidi, la nostra, ha avuto origine da un progenitore dello scimpanzé, più o meno cinque o sei milioni di anni fa. E’ un po’ inquietante pensare di essere parenti di questi simpaticissimi animali…. ma che vogliamo farci? Almeno noi abbiamo perso un po’ di pelo durante gli anni….
Si è anche pensato bene di rappresentare questo cammino storico dell’ominide con una bella scala, ponendo su ogni gradino l’individuo  che potesse rappresentare al meglio ogni passaggio cruciale della fatidica evoluzione. Sul gradino più alto, ecco ben piazzato l’Homo Sapiens Sapiens, cioè il cugino evoluto e depilato dello scimpanzé,  che vive solo ed esclusivamente grazie ai vari cellulari, p.c.,  chiavine-pennine, navigatori satellitari, social network, brunch, apericena con molto mojito e poca cena, vernissage, see-you-later, benzina che inquina, footing nel parco la domenica, sms per dire “tvtb, nn ci ved, cm va” e altre magnifiche espressioni da sonetto dantesco….
Sì proprio noi,  da qualche milione di anni fa, fino a giungere  al ventunesimo secolo. Per il “dopo”, non so che dirvi,  perché si parla di imminente fine del mondo calcolata a tavolino dai Maya che, ho sentito dire, erano  astronomi davvero in gamba....
Ma Darwin e colleghi dimenticarono di sottolineare un aspetto fondamentale dell’evoluzione, che oggigiorno sarebbe ormai il caso di riconoscere, in quanto dato  evidente-scontato-ovvio: dopo lo scalino dell’Homo Sapiens Sapiens, c’è lo scalino della Donna Sapiens Sapiens. Ma, direte voi, con il termine “Homo” sono compresi sia l’uomo che la donna. Ma anche no!  Per quanto tempo ancora le  povere donne dovranno essere considerate una parte implicita dell’universo maschile? Pertanto, proviamo ad essere precisi: l’uomo è uomo e la donna è donna (ragazze,  cerchiamo di esultare almeno dieci minuti al giorno di questo bel regalo del Cielo!).
Dunque la donna è su questo scalino al top e se lo è davvero meritato, dopo dure scalate free climbing, su pareti rocciose di Pregiudizi, con ampie zone molto scivolose, lisce, con pochi punti di presa. Ovvio: sono pareti costruite da secoli di mentalità intrisa di testosterone. Ma la donna, le sue belle pareti le ha affrontate e superate  una ad una….
Sullo scalino top troviamo anche la nostra amica Gatta: come tutte noi, se ne sta bella ancorata lì,  consapevole di dover difendere ogni giorno quello spazio duramente conquistato.

Il giorno dopo l’appuntamento fallito,  la Gatta Sapiens Sapiens mette i piedi giù dal letto senza neppure l’auto-analisi del sogno notturno. Anche perché, stranamente, stamani non ricorda alcun sogno: forse ha avuto solo incubi che tenta di rimuovere immediatamente!
Mentre beve il suo caffè, torna con il pensiero al consiglio di Dea sugli uomini. Non condivide nulla del  parallelo uomo-pomodoro: ovvio! Per lei, l’uomo va lasciato free. Imporre limiti non è nel suo stile: lei ama la libertà più assoluta….  figuriamoci quindi se desidera vivere tra verifiche, controlli, monitoraggi. Non ne sarebbe proprio capace!
Dopo il caffè (e una tavoletta di cioccolato al latte con nocciole e pistacchi),  intervento con dentifricio alla menta piperita e colluttorio anti-tutto (batteri aerobici, anaerobici e parassiti vari), seguito da una scelta rapidissima d’abito. Le scarpe…beh… le prime che trova (allora è ancora un po’ in crisi). Un po’ di lucidalabbra alle fragoline di bosco (ma poi se lo “mangia”  senza rendersene conto). Borsa, chiavi, scale, portone. Ecco! Appena fuori dal palazzo,  gira su se stessa come una giostra che si avvia, inspira qualche metro cubo d’aria intriso di profumo di magnolia, fa un sorrisetto al sole, al mondo, alla sua amica quattroruote.
“Oggi mi sento creativa!” pensa convinta e sicura di sé  “e quando mi sento così, potrei conquistare il mondo!” e con questa affermazione al condizionale  - per evitare eccessi di onnipotenza - avvia il motore e va.

La Gatta non lo ricorda ancora, ma ha un appuntamento di lavoro. Le verrà in mente appena giunta nel suo studio-laboratorio-covo creativo e ciò grazie ad uno specifico post-it azzurro, posizionato sul p.c., nel bel mezzo della scrivania, attaccato con lo scotch perché i suoi post-it non sono mai autosufficienti, cioè non si attaccano mai come dovrebbero. Forse si rifiutano di raccogliere idee troppo impegnative!
L’appuntamento è con uno stilista emergente: da qualche mese la Gatta disegna abiti per lui, per il suo atelier. Abiti da sera. Abiti un po’ fiabeschi. Abiti….  red-carpet. Non si sa se qualche diva del cinema potrà mai essere interessata a comprare abiti  red-carpet da questo giovane Genio dell’alta moda, ma non creiamoci troppi problemi. Non si può sempre pensare al peggio: un po’ di ottimismo non guasta!
La Gatta ha l’incarico di riflettere con tutta la sua scoppiettante fantasia  su un abito da sera in seta, da presentare alla prossima sfilata dello stilista, che si terrà per pochi intimi (vip decaduti, semi-vip, sedicenti vip), all’interno del  palazzotto di famiglia del Genio.

La Gatta entra dunque nel suo  covo e appena accesa la luce (perché dalle finestre del piano terra entra poco sole), saluta il lampadario che oggi le sembra più bello e scintillante del solito. Osserva bene le gocce di cristallo, quasi contandole, come per accertarsi che siano davvero tutte lì per lei, a farle compagnia. Vicino alla scrivania le cade l’occhio destro (quello della lacrima di ieri) su quel pezzetto azzurro soffocato da due strisce di scotch. “Acc….  l’appuntamento,  il vestito red-carpet! Sono in ritardo....  paurosissimissimo!”.
Il suo cellulare rosa squilla in modo prepotente: è lo stilista red-carpet. Lei guarda il nome del chiamante: Leo.
“Amooooooo!!!!......”  la voce del creativo urlicchia la prima sillaba di “amore” (oggigiorno fa molto minimal  tagliuzzare qua e là le parole, perché si risparmia parecchio tempo).
“Tesoro, ciao, ascolta….” con voce suadente e molto ruffiana la Gatta tenta di introdurre una giustificazione del ritardo, possibilmente credibile.
“Non mi infilare il tuo solito imprevisto très naif, perché stamani non c’è proprio storia che tenga. Qui nell’ate (atelier, n.d.r.) c’è un inferno dantesco e io mi sento tanto Caronte. Quindi taci di brutto e catapultati qui senza emettere fiato alcuno!”. E la telefonata cessa di colpo.
“Ma ha chiuso così…. senza attendere risposta?” pensa  la  Gatta mentre corruga le sopracciglia “E’ pazzo. E se io dico che uno è pazzo vuol dire che lo è davvero,  perché ormai conosco ogni aspetto della follia umana! Forse io sono la più sana di tutto quel circo con cui ho a che fare ogni giorno!”

Distese le sopracciglia, la Gatta fa scorrere lo sguardo sul suo  normal-chic-look. Un abitino nero di cotone con tre quarti di manica.  Un paio di ballerine nere di vernice (si accorge solo adesso di avere ai piedi le ballerine). Ma questo è un look adeguato per presentarsi davanti a  un Genio dell’alta moda? E’ vero, è tardi, ma a volte è necessario buttare via qualche minuto in più, per non sentirsi banali come uno spaghetto al burro.
La Gatta  preleva velocemente da un manichino due cosette da aggiungere al suo normal-chic-look: una collana di perle lunga fino alla vita e una borsa nera piccola piccola, di pelle verissima, a forma di cuore. Entrambi gli oggetti sono cimeli di guerra della Regina Madre, la genitrice di Luna e Dea, consegnati alla Gatta per un necessario ”restauro”.
La Regina Madre è così definita da sempre, in quanto ape regina protettrice di tutto il suo nucleo familiare e di qualsiasi altro nucleo o singolo individuo che le  capiti a tiro: in effetti,  ha il meraviglioso dono di prendere in mano, gestire, organizzare la vita di ogni essere vivente che si possa trovare sul suo cammino. Riflettendo su tutti questi aspetti edificanti della Regina Madre, la Gatta giunge alla conclusione che il “prestito” di collana-borsa avrebbe certamente l’approvazione della legittima proprietaria: anzi, l’ape regina insisterebbe proprio nel farle migliorare il look con oggetti stile Audrey (la sua attrice preferita).
Per completare l’opera, la Gatta avvolge i capelli in uno chignon alto e gonfio, fissandolo con una pinza per fogli di carta. Tanto la pinza non si vede, nascosta sotto l’impalcatura dei capelli. Poi, controlla nel cassetto della scrivania e trova un rossetto vecchiotto, ma ancora utilizzabile. Con questa pennellata di colore sulle labbra che sembra dire “guardatemi ma non toccatemi”, la Gatta si affretta a girarsi sui tacchi. No, sui tacchi no, perché ha le ballerine. E camminando come fa una paperella fuori dall’acqua, arriva fino all’auto e si rituffa con il coraggio tipico della Donna Sapiens Sapiens in mezzo all’orda di barbari del traffico cittadino.  
La Gatta è  consapevole di dover subire, per almeno un quarto d’ora di strada, i classici improperi  maschili, rivolti a lei e a tutte le donne vaganti su due o quattro ruote.
Mentre tenta di focalizzare idee interessanti da proporre allo stilista red-carpet, le sfreccia veloce accanto una spider color verde-speranza-di-farsi-notare, con sedili di pelle amaranto (un inno alla sobrietà).
Una voce testosteronica  tuona fuori dall'abitacolo:  “ma vai a lavare i panni  che è meglio!”  
Lei educatamente tace.  Perché una Donna dovrebbe regredire al livello dello scalino Homo Sapiens Sapiens?
E, continuando a svolazzare leggera nel traffico, si limita alla creazione di  un pensiero di  perfida pianificazione domestica:  “sì, ma in lavatrice metterei volentieri te, a novanta gradi, con candeggina…. e senza eliminare la centrifuga!”